Piazza Venezia

Piazza Venezia  era il collegamento tra  la Via Papalis che dal Vaticano incrociandosi con la Via Lata, che da Porta Flaminia portava al centro della città e al Laterano. Per la sua particolare posizione geografica, e per l’affluenza delle tante strade, che oggi qui si incrociano, è considerata il centro dell’Urbe. Meta obbligata per i tanti turisti e non solo, pensando a chi per studio o per lavoro, debbono attraversarla ogni giorno. Sulla piazza, al posto dell’odierno palazzo delle Assicurazioni, si trovava la bottega d’arte di Michelangelo.  Sul lato nord all’angolo con il Corso è invece il seicentesco Palazzo Bonaparte, che prende il nome dalla madre di Napoleone, che dopo la caduta dell’imperatore vi soggiornò fino alla morte nel 1836. Ancora perfettamente conservato è il balconcino con chiusine verdi dal quale la vecchia signora spiava i passanti senza essere vista.
Il costruttore di Palazzo e PalazzettoVenezia, e ideatore delle corse dei cavalli barberi, fu il cardinale veneto divenuto papa con il nome di Paolo II (1464-71), Pietro Barbo. Di lui si dice che concedeva udienze solo di notte e aveva orari assurdi per pranzare e cenare, comunque grande appassionato di collezionismo e iniziatore ideale del destino museale ed artistico dell’edificio.
Palazzo Venezia forma il lato occidentale della piazza e fu il primo palazzo rinascimentale edificato a Roma. Non si conosce il nome del costruttore , ma si presume Leon Battista Alberti. Il palazzo presenta le caratteristiche di una fortezza sul piano superiore, mentre  le eleganti e raffinate finestre a croce guelfa mostrano gli elementi rinascimentali, sulla facciata spiccano i contorni merlati  e la torre angolare. I due portali che guardano direttamente sulla piazza uno mostra il sigillo dei Barbo e l’altro è su via Plebiscito, entrambi vengono attribuiti a Giovanni Dalmata.
Nel palazzo vi ebbero dimora numerosi papi e nel 1494 soggiornò Carlo VIII, re di Francia. Dal XVI secolo vi alloggiarono gli ambasciatori di Venezia e nel 1797 fu sede dell’ambasciata austro-ungarica presso il Vaticano. La Sala Regia ha pitture di Donato Bramante e la Sala del Mappamondo è decorata dalle classiche prospettive di Andrea Mantegna.? Dopo il trattato di Campoformio passò all’Austria per la sua ambasciata, nel 1916 il palazzo venne rivendicato dall’Italia e passò definitivamente al governo italiano, Durante gli anni del Fascismo, Mussolini pose qui la sede del proprio quartier generale, nella sala del mappamondo; la luce di questa stanza non veniva mai spenta a significare che il governo non riposava mai. Era dal balcone di questo palazzo che Mussolini arringava la folla nelle occassioni più importanti, come nel 1940 quando, dichiarando la guerra alla Francia e al Regno Unito, decretò l’entrata in guerra dell’Italia.
Oggi è sede del Museo di palazzo Venezia. Istituito nel 1921, il museo polarizza il suo interesse attorno alle cosiddette arti applicate, ricco di raccolte molto varie, arazzi, marmi, armi, argenti, ceramiche, e dell’importantissima Biblioteca dell’Istituto di Archeologia e di Storia dell’Arte. Le sue raccolte si sono formate a partire da un primo nucleo di sculture e opere provenienti da Castel Sant’Angelo, dalla galleria Nazionale d’Arte Antica e dalle collezioni del vicino Museo del Collegio Romano fondato nel seicento dall’enciclopedico gesuita Athanasius Kircher. Splendido il cortile interno il cui ordine delle colonne, tuscaniche al primo piano e ioniche e corinzie al secondo ricorda gli archi del Colosseo.

Il Foro Romano

La valle del Foro, paludosa e inospitale, è utilizzata tra X e VII sec. a.C. come necropoli dei primi villaggi stanziati sulle colline circostanti. Solo attorno al 600 a.C., ad opera del re etrusco Tarquinio Prisco, viene drenata con la costruzione della Cloaca Massima (ancor oggi funzionante) e “pavimentata” in terra battuta, diventando il centro della vita cittadina. Gli edifici che vediamo oggi nel Foro non sono tutti contemporanei e non erano tutti visibili nello stesso tempo.
Percorrendo il Foro in senso antiorario, ci si trova subito sulla Via Sacra, che lo attraversa da est a ovest, su cui sfilavano i generali vittoriosi per rendere grazie nel Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio. ?A destra la Basilica Emilia (in onore della gens Emilia), dove si amministrava la giustizia. ?Proseguendo sulla Via Sacra, si incontra la grande Curia Iulia, sede del Senato. Davanti alla Curia è il Lapis niger, la pietra nera che indicava il luogo funesto della morte di Romolo. Oltre la Curia si innalza la massa imponente dell’Arco di Settimio Severo. Il lato corto settentrionale del Foro è chiuso dalla tribuna degli oratori (i Rostri), che recava appesi i rostri delle navi nemiche sconfitte ad Anzio (338 a.C.). Tra i Rostri e il Tabularium (l’archivio di stato romano), i templi della Concordia, di Vespasiano e di Saturno raccordano il Foro con il Campidoglio. All’angolo sud-ovest del Foro vi è la Basilica Giulia, adibita all’amministrazione della giustizia. ?In questa parte della piazza si ergono molte basi di statue e una colonna dedicata nel 608 d.C. all’imperatore Foca. A est della Basilica Giulia si innalzano le tre colonne superstiti del Tempio dei Dioscuri e nella parte centrale del Foro il Tempio del Divo Giulio (29 a.C.), dedicato a Giulio Cesare divinizzato. ?Subito a est del Tempio di Cesare è la Regia, edificio attribuito al secondo re di Roma, Numa. Di fronte alla Regia sorge uno dei più antichi e importanti santuari di Roma, il Tempio di Vesta, con annessa Casa delle Vestali. A est del tempio di Antonino e Faustina è il Tempio di Romolo. ?L’enorme edificio rettangolare subito a est è la Basilica di Massenzio, fatta costruire dall’imperatore agli inizi del IV secolo. All’estremità nord-occidentale del Foro si innalza il Tempio di Venere e Roma, opera dell’imperatore Adriano (135 d.C.). Chiude il Foro sul lato corto settentrionale l’Arco di Tito (circa 81 d.C.)

Arco di Costantino

Uno dei più importanti monumenti commemorativi dell’antichità, l’arco di trionfo più alto e meglio conservato di Roma, situato tra il Colosseo e l’Arco di Tito, sulla strada romana percorsa per i trionfi (detta proprio Via dei Trionfi) e che va verso il Tempio di Giove Capitolino.
E’ alto 25 metri ed è un arco a 3 fornici (con passaggio centrale affiancato da 2 passaggi laterali più piccoli). Eretto dal Senato nel 315 d.C., dopo la vittoria di Costantino su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio per onorare il “liberatore della città e portatore di pace”. Costantino divenne imperatore di Occidente nel 312 d.C., battendo il diretto rivale Massenzio prima nella Valle Padana e poi a Ponte Milvio, sul Tevere. Entrato i n contrasto con Licinio, che dominava sull’Oriente, riuscì a sconfiggerlo ne 324. Unificò così di nuovo sotto di sé tutto l’Impero, e ne trasferì la capitale a Bisanzio, rinominandola nel 330 Costantinopoli (l’odierna Istambul).   Nel 313, con l’Editto di Milano, l’imperatore aveva riconosciuto la libertà di culto a tutti i cittadini, anche e soprattutto ai cristiani. La fascia di rilievi rettangolari che percorre tutto l’arco è del tempo di Costantino e ripercorre gli eventi precedenti la battaglia di Ponte Milvio fino all’entrata trionfale a Roma. Altri invece  vengono da archi più antichi e per questo non hanno nulla a che fare con Costantino, però proprio per questo, l’Arco di Costantino si può considerare una sorta di museo della scultura romana ufficiale perchè raccoglie in se “pezzi” preziosi di epoche differenti appartenuti a diversi monumenti importanti che non abbiamo avuto la fortuna di vedere; è decorato principalmente da sculture provenienti da monumenti di epoche precedenti dell’età di Traiano, Adriano e Commodo.
Il monumento venne sottoposto a restauri fin dalla fine del Quattrocento e nel 1733 ha avuto dei consistenti lavori di integrazione delle parti mancanti.

Sopra il fornice, al centro dei due lati dell’attico, è presente l’iscrizione:
IMP · CAES · FL · CONSTANTINO · MAXIMO · P · F · AVGUSTO · S · P · Q · R · QVOD · INSTINCTV · DIVINATATIS · MENTIS · MAGNITVDINE · CVM · EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO · QVAM · DE · OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM-PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM · DICAVIT
Traduzione:
All’imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo, Pio, Felice, Augusto, il Senato e il popolo romano poichè per ispirazione della divinità e per la grandezza del suo spirito con il suo esercito vendicò ad un tempo lo stato su un tiranno e su tutta la sua fazione con giuste armi, dedicarono questo arco insigne per trionfi.

Mercati Traianei

Proseguendo la passeggiata su Via dei Fori Imperiali si ha la vista di questo grande complesso a carattere utilitario, tutto in laterizio a vista: si tratta dei Mercati Traianei. Fu ideato e realizzato da Apollodoro di Damasco, lo stesso ideatore del Foro di Traiano. Diviso dalla piazza rettangolare del Foro da un muro in blocchi di peperino e posizionato nel punto dove fu operato il taglio della collina che collegava il Quirinale e il Campidoglio esso è disposto su una serie di gradini successivi. Proprio perché destinato a sostenere e nascondere il taglio del Quirinale è naturale pensare che fu costruito prima del Foro, tra il 110 e il 112 d. La facciata è costituita dalla grande esedra che inglobava quella orientale del Foro di Traiano dalla quale era divisa, oltre che dal muro in peperino, anche da una strada basolata. Alle estremità di questa esedra erano due sale semicircolari, coperte da mezza cupola, forse utilizzate come scuole o auditori: nei Fori, infatti, nella tarda antichità, si svolgevano corsi di insegnamento superiore, che potevano avvalersi delle vicine biblioteche. L’esedra presenta in basso le aperture di 11 tabernae (botteghe) e due ingressi, alle estremità. Le botteghe erano ubicate sui tre piani, e si pensa che erano divise per mercanzia. Nel 472 d.C. si ebbe l’invasione dei Suebi di Ricimero e alcune sue truppe si stanziarono nei Mercati. Nel 552 i Bizantini si impossessarono di Roma: fu allora che occuparono questo complesso e lo fortificarono. A lungo si credette che la Torre delle Milizie fosse la torre dalla quale Nerone aveva osservato l’incendio di Roma, declamando versi dell’Iliade: in realtà si tratta solo di una suggestiva fantasia priva di alcun fondamento in quanto la torre fu costruita sui Mercati intorno al 1200 (XIII sec. d.C.) a scopi difensivi. I ferri che è ancora possibile osservare sulla torre servivano nel Medioevo a sorreggere le fiaccole o le torce accese per dare il segnale ai soldati in caso di assalto. Più tardi servirono invece ad indicare festività solenni.

Circo Massimo

Secondo le fonti antiche, il primo circo adibito alle corse dei carri nella valle tra Palatino e Aventino viene costruito dal re etrusco Tarquinio Prisco, anche se sono ricordate corse simili già al tempo di Romolo. Agli originari sedili in legno sono sostituite col tempo gradinate in muratura e aggiunte le gabbie di partenza per i carri (carceres) e la spina, cioè il muretto divisorio della pista. Su di essa si installano sette uova e sette delfini in bronzo per contare i giri delle quadrighe, e, in epoche diverse, due obelischi : nel 10 a.C. quello di Ramsete II, alto quasi 24 metri (trasportato nel 1587 in Piazza del Popolo) e nel 357 d.C. l’obelisco di Thutmosis III, alto più di 32 metri (collocato poi da papa Sisto V in Piazza di S. Giovanni in Laterano). Al circo, ampliato da Cesare, Augusto aggiunge il pulvinar (palco imperiale o area sacra). La capacità dell’edificio era di 150.000 spettatori, almeno fino alla ricostruzione neroniana (dopo il celebre incendio), che la porta a 250.000. ?Ancora ampliato in seguito, raggiunge la lunghezza di 600 metri per una larghezza di circa 200. Attualmente si conserva parte del lato curvo meridionale. Gli ultimi giochi furono organizzati attorno al 549 d.C. Nel medioevo divenne luogo di fortificazioni, poi a causa anche del decentramento urbano subito da questa zona, il Circo Massimo cadde in disuso e iniziò un lento e progressivo disfacimento, dovuto alle predazioni di marmi e pietre ed a un progressivo interramento, che tutt’oggi ricopre gran parte dell’edificio. Oggi il Circo Massimo gode di una rinnovata popolarità fra i giovani, grazie allo svolgimento di grandi manifestazioni, come concerti e spettacoli a volte anche di rilevanza mondiale e la partecipazione dei maggiori artisti internazionali. Continuando così una tradizione che va avanti da ben duemilasettecento anni.? Nel 1931, presso il lato nord, fu rinvenuto un edificio in mattoni di età imperiale (forse sede di un tribunale), trasformato nel III secolo d.C. in Mitreo (ora nei sotterranei dell’ex pastificio Pantanella).